CHIVASSO – Un progetto per abbattere le liste di attesa per la colonscopia tradizionale mediante l’implementazione della colonscopia virtuale. È ciò che ha messo in campo l’Asl To4, e che il Direttore Generale Luigi Vercellino, unitamente alla Dottoressa Edda Battaglia, Direttore Gastroenterologia dell’Asl To4, e alla Dottoressa Francesca Bisanti, Direttore Radiologia Chivasso e Coordinatore della rete delle Radiologie dell’Asl To4, ha presentato ieri , giovedì 17 aprile 2025, in conferenza stampa.
La colonscopia è un esame fondamentale nella diagnostica e terapia delle patologie acute e croniche e oncologiche o preneoplastiche del tratto digerente, oggi patologia crescente anche in fasce di età più giovani rispetto al passato.
A livello nazionale il problema delle liste di attesa per una colonscopia rappresenta oggi una delle principali criticità in ambito gastroenterologico, con impatti significativi sull’accesso alle prestazioni sanitarie e sull’efficienza del sistema stesso: il numero di richieste cresce per le nuove necessità della popolazione che non solo invecchia, ma fa prima questo tipo di esame, e il sistema sanitario va in crisi per le difficoltà oggettive di personale e di tecnologia.
“Al centro c’è il paziente che cerca risposte: – ha dichiarato la Dottoressa Battaglia – attendere un esame in certe situazioni cliniche scatena uno stato di stress che noi specialisti comprendiamo e di cui ci preoccupiamo a tutti i livelli. La colonscopia, infatti, è tra le prestazioni definite dal Piano Nazionale Liste di Attesa 2025-2027 e come tale viene monitorata: su questa prestazione la Direzione strategica dell’ASL TO4 ha posto particolare attenzione, anche con la programmazione di investimenti in termini di risorse umane e tecnologiche volte all’incremento dell’offerta e con il governo della domanda. Poiché le risorse sono limitate, è necessario individuare chi può attendere e chi, invece, ha un bisogno urgente: i criteri di appropriatezza ci guidano e li condividiamo continuamente con i medici di medicina generale che sono i primi prescrittori.”
Nella difficoltà di incrementare in tempi brevi il numero delle colonscopie tradizionali, nella ricerca di rapide strategie per dare risposte appropriate in modo sostenibile, sono state cercate alternative efficaci e sicure per i pazienti. La colonscopia virtuale è una di queste. E’ una tomografia computerizzata (TC), che ha dimostrato la possibilità di effettuare un’accurata diagnosi, pari a quella della colonscopia tradizionale. È una metodica meno invasiva, meno rischiosa e meglio accettata e tollerata dal paziente rispetto alla colonscopia tradizionale; inoltre ci consente una valutazione panoramica dell’addome che è molto utile per identificare anche patologie extracoliche.
“E’ vero che non consente la rimozione dei polipi o l’esecuzione di biopsie o altre manovre tipicamente endoscopiche – conclude Battaglia – ed espone a pur minime radiazioni, ma rappresenta una metodica sicura ed efficace in pazienti selezionati.”
Questo progetto si pone, pertanto, l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa delle colonscopie tradizionali, mantenendo un alto livello di sicurezza diagnostica. L’obiettivo si raggiunge identificando, all’interno delle liste di attesa della colonscopia tradizionale stessa, i pazienti candidabili alla colonscopia virtuale. Sebbene non sostituisca completamente la colonscopia tradizionale, la colonscopia virtuale offre una valida alternativa per una selezione di pazienti, contribuendo a ottimizzare le risorse, a migliorare l’accessibilità alle prestazioni e ad assicurare che i pazienti più critici possano essere seguiti dalla Gastroenterologia.
Il progetto è già avviato, si sta procedendo con la selezione dei pazienti idonei per la colonscopia virtuale dalle liste di attesa dell’ASL TO4 per la colonscopia tradizionale.
La colonscopia virtuale è valida e particolarmente utile nei pazienti fragili, anziani, cardiopatici, con rischi anestesiologici elevati, per i quali è particolarmente pericoloso affrontare il rischio di una complicanza endoscopica, che seppure bassa esiste sempre, in quanto la colonscopia tradizionale è un esame invasivo, che ha comunque un minimo rischio di perforazione, con necessità di un eventuale successivo intervento chirurgico che per certe tipologie di pazienti può essere molto gravoso. Ovviamente, la colonscopia virtuale non può essere appropriata per tutti. Infatti, nel sospetto di patologie che richiedano una diagnosi o una stadiazione endoscopica o istologica, come nei casi di diarrea, di alto rischio di cancro del colon retto o di necessità di azioni terapeutiche di vario tipo, la colonscopia tradizionale risulta superiore alla colonscopia virtuale e, pertanto, in questi pazienti non si proporrà la sostituzione.
“Si tratta di un progetto concreto, il cui obiettivo è quello di mettere la persona assistita al centro. – Aggiunge la Dottoressa Bisanti – Vorrei soffermarmi su alcuni aspetti organizzativi e clinici che danno concretezza a questo progetto. Dal punto di vista clinico, la colonscopia virtuale non è una soluzione di ripiego, ma una scelta razionale basata sull’appropriatezza. È una metodica validata, indicata in specifiche situazioni cliniche, e questo progetto nasce proprio per valorizzare l’integrazione tra diagnostica radiologica e gastroenterologia. L’identificazione dei pazienti idonei non avviene in modo automatico, ma attraverso una stretta collaborazione specialistica, un’attenta valutazione dei dati clinici presenti nelle richieste e, dove necessario, un confronto con il medico curante. Questo è fondamentale per garantire la sicurezza e l’efficacia del percorso. “
Dal punto di vista organizzativo, è strutturato un flusso semplice e ben coordinato. Vengono dapprima identificati i pazienti idonei per colonscopia virtuale; poi contattati direttamente dalla Radiologia e proposta l’alternativa, che permette di anticipare i tempi.
In caso di accettazione, tutto il percorso è guidato e accompagnato: dalla preparazione, al consenso, fino all’esecuzione dell’esame e al referto.
“Abbiamo definito percorsi accelerati – conclude Bisanti – per quei casi in cui l’esame virtuale segnali la necessità di un approfondimento: entro 90 giorni per interventi non urgenti, entro 10 giorni per sospetti oncologici. Questa organizzazione è stata resa possibile grazie al supporto della Direzione Generale e alla collaborazione e all’integrazione tra la Radiologia, la Gastroenterologia e il Governo Clinico”.
“Ringrazio le dottoresse Battaglia e Bisanti – afferma Vercellino – per le competenze e per il livello di innovazione che hanno messo in campo in questo progetto. La capacità di lavorare insieme con soluzioni integrate e coordinate su problematiche come le liste di attesa rappresenta un valore aggiunto che ha anche un valore simbolico, costituendo un modello che può valere per tutta l’Azienda.”